Da giorni le principali città del Paese sono teatro di proteste pacifiche per l’operato dell’azienda dell’acciaio Hưng Nghiệp, che ha provocato una strage di pesci. Gli agenti hanno fermato e caricato a forza sui furgoni almeno 200 persone, tra cui donne e bambini. Arrestato anche un sacerdote. Un milione di vietnamiti firma la petizione contro il versamento di sostanze tossiche in mare: “La compagnia paghi i danni ai pescatori”.

Hanoi (AsiaNews) – Il governo ha risposto con arresti e violenze ai migliaia di manifestanti che da giorni invadono le strade e le piazze delle principali città del Paese per protestare contro l’inquinamento della costa che ha causato la morte di centinaia di migliaia di pesci, mettendo in ginocchio i pescatori locali. Hanoi, Ho Chi Minh City e altri centri sono occupati da persone che chiedono la totale trasparenza da parte del governo circa l’operato dell’azienda dell’acciaio Hưng Nghiệp (del Formosa Plastic Group), ritenuta responsabile del disastro ambientale. Le forze di polizia hanno interrotto con la forza i cortei pacifici, arrestando almeno 200 persone, tra cui donne e bambini.

Thùy Linh, una scrittrice di Hanoi, è stata testimone delle violenze: “Mentre tornavo dal lago Hoàn Kiếm [nel centro della capitale ndr] ho visto almeno 100 persone rinchiuse dentro i furgoni. La polizia e alcuni agenti in borghese tenevano per il collo i giovani e trascinavano donne e bambini sui mezzi. Queste manifestazioni erano pacifiche, perché le hanno soppresse così?”. Anche p. Nguyễn Văn Toản, dei Redentoristi di Hanoi, è stato arrestato e portato alla centrale di polizia. “Le persone – continua Linh – stavano sedute sulla riva del lago oppure davanti alla Commissione del popolo, ma sono state arrestate”.

Il caso è scoppiato qualche settimana fa, quando migliaia di pesci morti hanno iniziato a spiaggiarsi nelle province centrali di Tĩnh, Quảng Bình, Quảng Trị e Thừa Thiên-Huế. Ad inizio maggio è stato scoperto un lungo tubo di scarico appartenente alla compagnia dell’acciaio Hưng Nghiệp che conduce acque inquinate a 17 metri sotto il livello del mare. L’azienda ha ammesso che ogni giorno vengono riversati 12mila metri cubi di liquido tossico. Di recente l’industria ha utilizzato 300 tonnellate di materiale chimico per “raffreddare” i condotti del suo sistema acquifero.

Il gruppo Formosa – che ha il proprio quartier generale a Taiwan – non è nuovo a disastri ecologici. Nel 1998 ha smaltito 5mila tonnellate di materiale tossico contenente mercurio vicino a Sihanoukville, Cambogia. L’inquinamento del suolo ha reso impossibile la vita per più di 1000 persone che vivevano nelle vicinanze. Nel settembre 2009, la società è stata multata per 10 milioni di dollari dalle autorità di Texas e Louisiana, per aver disperso sostanze pericolose nell’aria e nel suolo.

Per fermare la Hưng Nghiệp – che ha firmato con Hanoi un contratto per i prossimi 70 anni – quasi un milione di persone sostiene una petizione in cui chiede che “il gruppo Formosa sospenda immediatamente tutte le attività che stanno creando un danno ambientale”. Essa “deve prendere tutte le misure necessarie per ripristinare un ambiente pulito e sicuro per le persone e per le specie marine. Infine, il gruppo Formosa “deve compensare tutti i danni subiti dalle province”. Nella prima settimana di emergenza, l’industria della pesca ha perso 200mila dollari di ricavi.